Porre l’accento su qualcosa significa volerlo mettere bene in evidenza, sottolinearne l’importanza, vuol dire far risaltare l’amore che si mette in quello che si è fatto o si vuol fare. Per esempio nel proprio lavoro. Porre l’accento, aprendo una nuova attività, proprio sulla parola amore significa voler far risuonare ancora più forte quella volontà di realizzare ogni nuovo progetto perché sia emozionante come solo l’amore può esserlo. Talmente forte da farlo “sentire” ad altre persone che abbiano nel proprio Dna la stessa passione per ogni nuova sfida professionale . Professionisti capaci di rispondere a questo richiamo a fare gioco di squadra; professionisti selezionati per essere schierati in campo proprio perché disposti a mettere in gioco non solo la propria competenza e professionalità, la propria esperienza, ma anche la propria passione. Il proprio amore per ciò che si fa. È su queste fondamenta, su “professionisti della casa” disposti a dare tutto in ogni nuova sfida facendo quello che altri scelgono di non fare magari proprio perché incapaci di “innamorarsi” di un progetto troppo impegnativo, troppo difficile, troppo lontano dai soliti standard con i quali lavorare come in una catena di montaggio, e magari anche poco remunerativo in proporzione all’impegno e al tempo dedicato rispetto ad altri lavori “facili”, che Barbara Molli e Francesca Calzana, interior designer la prima, architetto la seconda, hanno deciso di “costruire” la loro nuova sfida professionale: Progetto Lovè, esattamente come love, in inglese amore, accentato. A mettere in chiaro subito, senza se e senza ma, la materia prima con la quale realizzare ogni cosa: l’amore. Un progetto nato a inizio 2017 quando, dopo anni d’esperienza nel settore, Barbara Molli e Francesca Calzana, hanno sentito un’improvvisa quanto irresistibile “nostalgia” del desiderio di lavorare con amore, decidendo di diventare, da amiche e colleghe, socie e complici di un “sogno”. Destinato a realizzarsi a tempo di record: sei mesi, vissuti fra le pratiche per aprire la nuova attività, individuare la sede e, soprattutto, fissare decine e decine d’incontri per selezionare i possibili “compagni di viaggio” lungo questo nuovo percorso professionale, e il semaforo verde si è acceso. Destinazione l’arredo “artigianale”, capace di “tagliare e cucire” mobili, impianti, tessuti, oggetti, su misura per ogni appartamento, ufficio, negozio. Per restituire alla professione dell’arredatore un sapore antico, capace di creare, di adattare ogni “pezzo” a ogni singolo spazio e a ciò che lo circonda; per restituire al cliente il sapore di un ambiente unico, proprio perché pensato per quella casa, ufficio, negozio. E, soprattutto, per quel gusto che ognuno possiede e nel quale sogna di “immergersi” ogni giorno regalandosi una qualità della vita spesso difficile da ottenere arredando con soluzioni standard. Una filosofia di lavoro lontana anni luce dall’omogeneizzazione delle grandi “catene di montaggio e di vendita” e allo stesso tempo una sfida coraggiosa: fare squadra in un territorio, come quello bergamasco, spesso chiuso al concetto di collaborazione, di condivisione di un progetto, di divisione di potenziali clienti e guadagni. Una scelta coraggiosa che ha cominciato però a “pagare”, visto che il negozio – laboratorio di via Cesare Battisti a Bergamo, a due passi dal parco Suardi, è diventato presto la casa di altri “artigiani” dell’arredo affascinati dal Progetto Lovè. Professionisti divisi dalle diverse attività e competenze, ma legati da un unico comun denominatore: la passione profonda per ciò che si fa, il desiderio di realizzare ogni volta un progetto unico come lo è il singolo cliente, con le proprie esigenze, i propri sogni e, perché no, i propri budget. Professionisti come Massimo Bonalumi, giovane imprenditore alla guida, con i fratelli Andrea e Daniele, della Vetrarte di Grassobbio, marchio storico nel campo della lavorazione e trasformazione di vetri, cristalli e specchi nato e cresciuto grazie alla fusione delle competenze e della passione di tre generazioni. Massimo Bonalumi che nel Progetto Lové ha creduto da subito perché gli ha fatto immediatamente intravedere la possibilità di poter tornare a specchiarsi nell’arte più pura del vetro, e poter fare quello “che moltissimi altri non fanno perché è troppo strano, difficile, perché bisogna dedicarci troppo tempo a inventarlo, perché il gioco, economicamente potrebbe non valere la candela….”. Persone come Melissa Rossi, titolare della Rossi Arreda di Brusaporto, negozio storico che nel 2004 ha ritirato dal padre Mario, tenendosi strettissima il più fedele “custode” della miglior tradizione della falegnameria, Stefano Colleoni, maestro del montaggio. Il più prezioso collaboratore del padre prima e suo oggi. Melissa Rossi che al tavolo di progetto Lové si è seduta convinta “di poter rivivere più e più volte l’emozione provata arredando interamente su misura un grande attico, modificando ogni singolo mobile per seguire i “movimenti” di ogni ambiente”. E perché attraverso questo progetto “moltissime persone potranno scoprire che piccolo è bello, perché solo le piccole realtà artigianali capaci di adeguare ogni scelta ai desideri del cliente possono fare di un arredo un grande arredo”. O, ancora, persone come Alida Mazzoleni, capace di “raccontare” oltre che con le parole anche con la luce degli occhi, con l’enfasi della voce tutto l’orgoglio di gestire un’attività che affonda le sue radici addirittura in due secoli fa, quando la Sorelle Chiesa di Mazzoleni Spa di Ponte San Pietro era una piccola ferramenta. Orgogliosa di far parte di un’azienda per la quale oggi ogni progetto termoidraulico, ogni impianto di riscaldamento, di condizionamento, ogni arredo di un bagno, vive “di luce propria”. Orgogliosa dei ragazzi di banco che di fronte alla richiesta di un cliente alla ricerca di un pezzo quasi introvabile, invece di consigliargli di buttare tutto e cambiare le rubinetterie, sacrificandoli al consumismo più dilagante e becero, si danno da fare cercando nei cataloghi fino a trovarlo. Alida Mazzoleni orgogliosa, felice e perfino un po’ stupita di fronte a un cliente che, incrociandola nelle vie di Città Alta, la ferma apposta per ringraziarla per il servizio offerto mesi e mesi prima, per dirle che è stato un lavoro fatto alla perfezione e che nessun altro aveva saputo o voluto proporre e realizzare. Felicissima anche lei di entrare a far parte di una squadra dove prima di tutto viene il desiderio del cliente e, subito dopo, una riunione “di tanti bravissimi professionisti, ognuno con le proprie idee e soluzioni da proporre, ognuno disponibile ad ascoltare le idee altrui, perché è solo così, facendo rete, scambiando esperienze che si cresce giorno dopo giorno nel proprio lavoro”. Professionisti come Luca Pezzotta, che nel negozio progetto Lové era di casa ancor prima di decidere di farne parte visto che qui aveva sede uno show room dell’azienda di famiglia, la Duepi ceramiche, fondata dal padre Luigi e dalla mamma, Anna Pecis, che le “mattonelle” tanti anni fa le produceva. Un’azienda che negli ultimi anni ha saputo aprire nuove frontiere all’estero, diventando addirittura uno dei punti di riferimento per la grande cantieristica navale, fornendo le piastrelle per gli arredi dei nuovi colossi del mare commissionati dalle più importanti compagnie di crociera, e che per guardare al futuro “in casa propria”, nel territorio dove è nata l’azienda, ha scelto di seguire la rotta indicatagli da Barbara Molli e Francesca Calzana, perché, afferma con il tono di chi non ha dubbi, “il mondo dell’arredo può avere ancora un grande futuro a patto che sappia cambiare, fare scelte nuove ma in realtà antiche. Tornando al passato, sapendo guardare all’artigianalità delle piccole imprese, perché questa”, giura, “è la strada giusta”. Perché così come avviene nell’enogastronomia, con la ricerca del prodotto selezionato, offerto dal negozio di nicchia, magari nel borgo storico, lontano dai “menu omogeneizzati” disposti su chilometri di scaffali della grande distribuzione, anche nell’arredo (così come del resto in moltissimi altri settori e casi) c’è voglia di tornare a riscoprire il gusto di cose fatte bene, con amore. Come il gusto degli eventi legati alla cucina (con i corsi di cucina tradizionale di Manila Foresti Sancinelli, le serate dedicate ai piatti “Sani & buoni” di Laura Castoldi, o le serate a tema “Coesi” di Giorgio Ghezzi) organizzate periodicamente negli spazi di Progetto Lovè, location peraltro già scelta da professionisti per ospitare clienti e partner in serate speciali. “Un menù di serate nelle quali le persone possano incontrarsi e conoscersi nel più piacevole dei modi, e magari conoscere i 14 artigiani che a oggi sono entrati a far parte della squadra di Progetto Lovè”, spiegano Barbara Molli e Francesca Calzana”. “Un bellissimo modo per presentare le loro aziende, i loro progetti”. E magari le realtà professionali di altri “artigiani” dell’arredo che vorranno far parte di questa iniziativa. Professionisti ai quali sono richieste grande competenza, disponibilità a mettersi in gioco, capacità di fare rete. Ma soprattutto amore per ciò che si fa. Anzi Lové…..